Partiamo da un presupposto: il logo è uno degli elementi distintivi di un Brand. “Leggiamo” positivamente quello che ci colpisce a prima vista.
Le persone memorizzano più facilmente le immagini, perché il cervello umano è molto efficiente nel trattare le informazioni visuali. Le immagini sono spesso più vivide e immediate rispetto alle parole, quindi sono più facili da ricordare.
Font per loghi: non esiste il font bello o brutto, esiste il font adatto per il tuo brand
In realtà non esiste un font bello o brutto, esiste però il font adatto ed è per questo motivo che quando dobbiamo scegliere il carattere per il logo del brand, dobbiamo mettere da parte il gusto personale.
Per evitare di fare scelte sbagliate, inadatte o che seguano semplicemente i trend grafici occorre, infatti, valutare alcuni aspetti essenziali di Brand Visual Identity per non perdere tempo e sbagliare.
Font per loghi e come sceglierlo: 4 aspetti da tenere a mente per il tuo brand
1. Lo scopo progettuale nella scelta del font per logo
Prima di imbarcarci nella scelta del font per i loghi, occorre considerare quale sia lo scopo e la reazione che vogliamo raggiungere con il nostro progetto per evitare di andare fuori tema e restare fedeli agli obiettivi.
2. L’estetica del font
Valutare l’estetica del carattere logo ci permette di essere coerenti con le aspettative del pubblico che vogliamo raggiungere. Se si tratta di un pubblico raffinato, la scelta del font dovrà essere in linea con quella caratteristica. Invece, se il nostro pubblico è molto giovane, punteremo a un’estetica più dinamica, gioiosa e vitale.
3. L’Umore del font
Ti stupirà sapere che anche i font hanno “un’anima”. Ebbene sì, i font per loghi sono progettati per trasmettere un’emozione, per essere percepiti in un determinato modo, per suscitare una reazione e per condizionare la percezione che abbiamo di un brand.
Alcuni font per loghi vengono realizzati esclusivamente per determinati lavori e non sono quindi accessibili a tutti, ma una volta scaduta l’esclusività diventano pubblici.
Esempi di font storici: la storia del Gotham per la campagna elettorale di Obama
È andata esattamente così per la campagna elettorale di Barak Obama, dove è stato scelto il font Gotham, a suo tempo commissionato dalla rivista GQ ai type designers Tobias Frere-Jones e Johnatan Hoefler.

All’epoca, il Gotham nacque per essere fresco, mascolino e deciso, perfettamente in linea con il messaggio che GQ voleva destinare al suo pubblico maschile. Una volta scaduta l’esclusiva, il Gotham iniziò a conquistare i designer di tutto il mondo fino ad arrivare al manifesto elettorale di Barak Obama, raggiungendo in seguito il titolo di FONT DEL DECENNIO.
Sicuramente, la scelta di inserire il Gotham è stata quella vincente e l’umore del font, pulito, essenziale e deciso ha trasmesso fiducia e sicurezza mantenendosi coerente con ciò che il personaggio pubblico voleva ottenere.

TIP: se ci piace un font e lo riteniamo adatto conviene sempre approfondire e raccogliere informazioni per essere sicuri che la sua natura corrisponda a quello che vogliamo raccontare con il nostro progetto.
4. Leggibilità del font
Ultimo aspetto, ma non meno importante, è la leggibilità.
Douglas Bonneville, graphic designer, ha definito questo aspetto utilizzando due parole: legibility e readability. Entrambe significano letteralmente leggibilità, ma sono diverse nello scopo.
La Legibility si riferisce alla struttura, intesa come spessore del carattere tipografico, includendo inoltre aspetti come la spaziatura tra le lettere, la presenza o meno di grazie (Serif o San Serif) elementi decorativi e così via.

Ovviamente, se l’intento è la leggibilità alcuni font ricchi di decorazioni o dalle linee troppo articolate, andranno oggettivamente scartati da subito.
La readability, invece, si riferisce alla composizione del testo e alla sua interezza. Ovviamente la leggibilità del testo è determinata dalla legibility, ma anche da altri aspetti come le dimensioni (corpo del carattere), colori, contrasti, allineamenti e tutti gli elementi che favoriscono la lettura.
Alcuni font per esempio, sono progettati per funzionare meglio su titoli, altri invece per testi lunghi, altri per manifesti e flyers.
Rendersi conto che un font ha funzionato in un determinato contesto e che due font abbinati stanno bene, semplifica la ricerca e ci libera da scelte soggettive.
Parola di Larry!
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