La campagna pubblicitaria “Think Small” lanciata dalla Volkswagen negli anni ’60 è considerata una pietra miliare nella storia della pubblicità.
***Se non la conosci, devi rimediare subito. Inizia da qui.***
Piccolo spoiler: il genio di questa campagna risiede nella scelta audace di cambiare la tendenza dell’epoca, che vedeva l’auto come simbolo di elevato status sociale e potenza.
La Volkswagen Beetle, auto riconoscibile tra mille per il suo design compatto e distintivo, invece, si discostava completamente da questa concezione tradizionale trovando spazio nella mente dei consumatori come “l’alternativa” in cui riconoscersi.
In un’epoca in cui le dimensioni delle auto erano direttamente proporzionali al prestigio sociale, la Volkswagen si presentava con uno stile minimalista e anti-convenzionale. L’immagine di una piccola Volkswagen Beetle dominava lo spazio pubblicitario, accompagnata dallo slogan come “Think Small” che tradotto significa letteralmente “pensa in piccolo”.
Think small, la campagna creativa e originale di successo
Il claim “Think small” è diretto, arriva subito al punto talmente tanto da rimanere impresso nella mente del pubblico per mesi (e addirittura decenni). La Beetle diventò l’icona di un movimento che sfidava le convenzioni e abbracciava l’individualità.
Acquistare una Beetle significava acquistare un’esperienza, e non solo di un prodotto.
Vendere un’esperienza ha a che fare con un sistema di vendita valoriale. Ti facciamo un esempio.
Quando decidi di acquistare un prodotto Apple, ad esempio, come ti senti? Siamo certi che con un cellulare di ultima generazione, aumenta il tuo senso di appartenenza ad una “community” che condivide lo stesso stato d’animo, sensazioni e umori (anche inconsapevolmente). Il segreto è entrare nella mente del tuo pubblico di riferimento e rimanerci il più a lungo possibile.
Come possiamo applicare la campagna al nostro business?
In un mercato sempre più affollato in cui le aziende faticano a emergere e in cui produciamo più contenuti di quelli che riusciamo a consumare effettivamente, “pensare in piccolo” diventa quasi una scialuppa di salvataggio “dell’attenzione”.
Quel “Think small” vuole essere un invito a fare piccoli passi, ma significativi, per realizzare e affermare l’identità di Brand.
Così come fece Bill, ideatore della campagna, i Brand devono essere in grado di rompere gli schemi, di avere il coraggio di invertire i paradigmi senza pensare al consenso, quanto piuttosto a rafforzare il sistema di valori che è il parametro secondo il quale le persone scelgono di acquistare il tuo prodotto o servizio e non quello di qualcun altro.
Essere rivoluzionari, oggi, significa partire dalla consapevolezza che per trasformare il mercato in cui operiamo dobbiamo trasformare noi stessi. Un passo alla volta, applicando il fattore 1% che permette di costruire nuove e potenti abitudini partendo dalle cose piccole, senza fare il triplo salto mortale.
Già, perché alle volte fare qualche metro in una strada poco battuta può riservare nuove ed entusiasmanti sorprese.
D’altronde, Think small fu realizzata per quella fetta di mercato a cui ancora nessuno aveva pensato.